
Nell'ambito delle moderne professioni connesse alla nutrizione, alla corretta alimentazione e alla perdita controllata di peso, ancora oggi, pare esserci una certa confusione, aggravata da un mercato sempre più saturo di offerte e professionalità dubbie e, di conseguenza, sempre meno specialistico e competente.
In effetti le specializzazioni ufficialmente riconosciute sono diverse, ognuna caratterizzata da proprie peculiarità e ambiti di applicazione specifici. Dietologo, dietista, nutrizionista e biologo nutrizionista hanno punti in comune e nette differenze: solo il primo, ad esempio, detiene la facoltà di diagnosticare eventuali patologie e di prescrivere terapie farmacologiche. Le altre figure possono, piuttosto, suggerire e pianificare, più o meno autonomamente dal medico di base, diete e percorsi alimentari. Tali piani possono avere lo scopo di far perdere peso al cliente, per questioni connesse all'insorgenza o all'aggravarsi di determinate patologie (come, ad esempio, obesità, ipertensione o disturbi alimentari), piuttosto che volerne migliorarne la qualità della vita in generale. In altri casi ancora, queste figure professionali possono avere, nei confronti del paziente, un fine prettamente formativo ed informativo che faccia raggiungere una maggiore consapevolezza circa la qualità e quantità degli alimenti che sarebbe preferibile consumare, rispetto a quelli di cui, invece, sarebbe consigliabile ridurre le dosi. La figura del biologo nutrizionista, tra tutte, è di certo la più recente e, anche in virtù di ciò, pare riassumere e fare proprie molte delle caratteristiche delle altre professionalità. In effetti, oltre che poter creare e proporre percorsi alimentari volti alla perdita di peso in soggetti sani, può procedere anche nei confronti dei soggetti affetti da patologie conclamate (che, nel caso, dovranno presentarsi muniti di fascicolo sanitario completo e aggiornato). La differenza rispetto agli altri professionisti, risiede principalmente in un diverso approccio nei confronti del percorso alimentare stesso: il biologo nutrizionista, infatti, indaga le origini genetiche di ciascun individuo, identificandone il genoma in relazione all'assimilazione e alla metabolizzazione di determinate categorie alimentari (grassi, proteine e carboidrati). Tramite il D.N.A. è infatti possibile individuare limiti e potenzialità dell'organismo, specifiche correlazioni positive o negative con gli alimenti e rintracciare, in tal modo, le forme più corrette e adeguate di nutrizione. Solo analizzando la fisiologia più soggettiva del paziente è possibile, in effetti, approntare piani alimentari davvero personalizzati.